Come
figli, studenti e, più in generale, membri della componente giovanile di
Taranto, come cittadini che la vivono attivamente e cercano, non solo di
immaginare, ma anche di realizzare in questa le fondamenta per un futuro
migliore, sentiamo che la prossima campagna elettorale e la successiva
partecipazione all'amministrazione cittadina, debbano necessariamente
incentrarsi attorno a tre parole-chiave: GIOVENTÙ, MARKETING
DEL TERRITORIO, RAPPRESENTANZA.
I
ragazzi tarantini non trovano nella loro città d'origine le possibilità di
proseguire adeguatamente gli studi accademici e di realizzarsi pienamente sotto
il profilo personale e professionale, consegue una grave e costante emorragia
di capitale umano: ogni anno terminati gli studi superiori, migliaia di
ragazzi, spesso a malincuore, lasciano Taranto, arricchendo culturalmente,
intellettualmente, professionalmente ed economicamente altre città e rendendo,
allo stesso tempo, la nostra sempre meno competitiva nel contesto nazionale,
svuotata, com'é, della sua linfa vitale, la comunità giovanile. Taranto é e
resta priva di quella fetta sociale costituita dai ragazzi che oscillano fra i
19 e i 30 anni, proprio quei ragazzi che ci servirebbero per riempire i locali,
per importare mode, per sviluppare progetti, per pensare un futuro. Proprio
quei ragazzi dei quali ci servirebbe la viva creatività, l'intelligenza, la
formazione. La tendenza deve essere inderogabilmente arrestata dalla prossima
amministrazione. Taranto deve tornare ad essere, o cominciare ad essere
finalmente, davvero appetibile, prima che per i turisti e per gli esterni, per
gli interni, per i suoi abitanti e ex-abitanti. Una prima idea, in questo
senso, é quella di ampliare l'offerta formativa dell'Università, specialmente
introducendo facoltà legate ad aspetti specifici della città e volte a
valorizzarli. Un'Università autonoma e estesa é un primo ma inevitabile passo
per riportare quella fascia sociale di cui abbiamo lamentato l'inesistenza, per
lavorare sulla ricerca, per creare anche un'alternativa intelligente al destino
industriale della città, per rianimare le strade del borgo antico, che vivrebbe
il suo rinascimento.
Assieme
all'impegno per il recupero delle nostre forze migliori, assieme alla spinosa
lotta per il ringiovanimento di un tessuto sociale che sembra, ad oggi,
smagliarsi e logorarsi nella sua incapacità di essere innovativo, l'altra
consapevolezza che andrebbe assunta é quella di dover PUBBLICIZZARE un'immagine
migliore, più luminosa, all'interno e all'esterno della città. Continue sono
state, in passato, le promesse di un futuro economico fondato sul turismo. Il
passaggio graduale da un'economia industriale ad una turistica é sicuramente
auspicabile, ma come possono crearsi i presupposti per questo passaggio, se la
città viene raccontata esternamente in termini sempre e solo negativi? Se di
Taranto si parla solo per contarne i morti e i tassi di inquinamento? La
percezione che gli italiani e non solo hanno del nostro territorio é tetra,
infamante. La preminenza del turismo sarà irraggiungibile fino a quando più
note del nostro mare, saranno le ciminiere dell'ILVA. La soluzione non è tacere
i problemi, ma accompagnare alla denuncia di questi, un instancabile e
continuativo lavoro di pubblicità positiva della città dei due mari. Valorizzare
il patrimonio culturale, creare brand accattivanti che abbiano a che fare con
la grecità, rendere l'indelebile intreccio fra la storia di Taranto e quella
della Marina Militare un punto di forza e di investimento, mettere a
disposizione gli spazi pubblici per i concerti della grandi star nazionali e
internazionali che preferiscono soffermarsi nelle città limitrofe, non trovando
qui le strutture necessarie o la giusta accoglienza da parte delle
istituzioni per ospitare migliaia di persone, riconvertire strutture in stato
d'abbandono in spazi ludici e di aggregazione, tutto questo potrebbe servire
per passare dalla astrattezza di un turismo promesso alla concretezza, dal
sogno alla realtà. Giungiamo rapidamente a trattare l'ultimo punto di questa sintetica
analisi di proposte e soluzioni, quello della RAPPRESENTANZA. Se di
Taranto non si narra più la bellezza, se, in sostanza, versa nello stato appena
descritto, moltissimo si deve alla mediocre qualità di chi l'ha rappresentata
politicamente nel recente passato. Vorremmo che il nostro sindaco esprima una
rappresentanza forte, pervasiva, effervescente, sempre sul pezzo. Soprattutto
nei tavoli di governo. C'é stato chi ha permesso che di Taranto parlassero
tutti, senza distinzione, e ne parlassero a propio piacimento, senza neanche
conoscerla, al solo fine di una comparsa televisiva. C'é stato chi con la sua
assenza, con la sua indifferenza, ne ha svilito l'immagine, assopendo ogni
entusiasmo, ogni voglia di cambiamento.
Siamo
consapevoli della ambiziosità delle nostre idee, e siamo consapevoli dello
sforzo necessario anche solo a tentare di realizzarle. Per questa ragione
vogliamo e ci auguriamo che chi non ci ha saputo rappresentare fino ad oggi sia
sostituito da nuovi, animati, soggetti. Da donne e uomini capaci e volenterosi,
in grado di rivolgersi, anche con insistenza, agli organi istituzionali
regionali e nazionali, in grado di fissare obbiettivi e raggiungere risultati,
in grado di spendersi completamente, anche sotto il rischio del fallimento di un'utopia,
per riappropriarsi e farci riappropriare di un sogno: Taranto!
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